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L’oidio della vite Erysiphe necator (Schwein.) è una delle principali malattie fungine della vite. Le epidemie oidiche hanno un impatto negativo rilevante sia sulle viti, sia sulla qualità delle uve e del vino e possono causare perdite di produzione ingenti. Viti gravemente colpite dalla malattia vegetano meno di quelle sane e, per il minor accumulo di sostanze di riserva, fruttificano meno e sono più suscettibili al freddo invernale. Rilevanti sono anche gli effetti negativi sulla qualità delle uve e dei vini, con alterazioni degli aromi già a partire da bassi livelli di gravità. Inoltre, la minor attività fotosintetica delle foglie malate determina un abbassamento della concentrazione zuccherina e l’innalzamento dell’acidità totale, con conseguente ritardo della maturazione.
L’oidio si può insediare sugli organi verdi della vite, grappoli, infiorescenze, peduncoli fogliari e tralci, conferendo generalmente alle parti colpite un aspetto impolverato bianco-grigiastro. Sulle bacche possono comparire reticolature bruno nerastre (specialmente su vitigni a bacca bianca) in corrispondenza del micelio e in caso di infezioni precoci è possibile riscontrare la comparsa di fessurazioni, dovute alla crescita diversa dei tessuti sani e malati.
La presenza della malattia che si riscontra all’inizio della stagione vegetativa è il risultato delle infezioni primarie, la cui entità e distribuzione dipendono essenzialmente dalla modalità di svernamento del fungo (asessuata o sessuata) e dalla quantità e distribuzione dell’inoculo.
Nello svernamento in forma asessuata (meno comune), il micelio contamina le gemme e rimane latente per poi manifestarsi attraverso i germogli “bandiera” la primavera successiva.
La forma sessuata è rappresentata dai cleistoteci, corpi fruttiferi di forma globosa, dapprima incolori e trasparenti, poi giallastri, marroni ed infine neri, a seconda dello stadio di maturazione. I cleistoteci si formano verso Settembre-Ottobre sui tessuti infetti, a seguito dell’incontro tra miceli sessualmente compatibili che possono permanere nel vigneto a livello endemico, in particolare in alcuni areali e su varietà molto suscettibili sia da tavola che da vino.
Una volta maturi, il vento e le piogge autunnali disperdono i cleistoteci nell’ambiente circostante. La parte più esterna della corteccia delle piante è il miglior luogo di svernamento, dove i cleistoteci riescono a mantenersi vitali per essere poi in grado di germinare nella primavera successiva con circa il 40% di possibilità di successo
La quantità di cleistoteci svernanti è molto spesso correlata con la gravità delle infezioni di mal bianco osservabili verso la fine della stagione, e ciò può essere la premessa per gravi attacchi precoci nella primavera successiva.
La maggior parte delle molecole applicate nella lotta antioidica svolgono essenzialmente un’azione preventiva, evitando che gli organi sani si infettino; pochi sono invece gli agrofarmaci in grado di debellare la malattia quando è già insediata e ben manifesta o capaci di ridurre l’inoculo presente nel vigneto, soprattutto per le aziende a conduzione biologica.
Nell’annata 2018 l’oidio ha interessato con particolare intensità e gravità numerosi vigneti di uva da tavola e da vino della Puglia. In particolare, la presenza dell’oidio è stata diffusa e con alti livelli di gravità sin dalle prime fasi di post allegagione: in diverse prove condotte nel corso dell’anno dal centro di saggio AGROLAB di Noicattaro (BA), è stato possibile riscontrare sui testimoni a fine luglio il 100 % dei grappoli infestati con un’intensità superiore al 60%.
A partire dal 2014, il centro di saggio AGROLAB ha condotto prove sperimentali che hanno messo in evidenza l’attività di controllo del PREV-AM PLUS sulla formazione dei cleistoteci a inizio autunno con benefici sulla pressione della malattia nell’annata successiva. Queste esperienze hanno portato ad una pubblicazione scientifica presentata alle “Giornate fitopatologiche 2018” che ha suscitato l’interesse di diversi tecnici impegnati nell’assistenza alle aziende viticole.
Considerata l’importanza della viticoltura sia da vino che da tavola in Puglia e l’attenzione che i viticoltori pongono nella difesa dell’oidio, ORO AGRI, in collaborazione con AGROLAB, ha attivato un servizio per la divulgazione delle esperienze maturate nelle prove di campo e per il monitoraggio dei cleistoteci.
In particolare, il monitoraggio dei cleistoteci prevede una serie di rilevamenti settimanali al fine di verificare l’inizio della formazione delle forme svernarti sulla vegetazione, effettuando prelievi delle foglie nelle aziende campione e visionando con stereo-microscopio lo stadio di formazione dei cleistoteci. Successivamente, sulla base dei rilievi effettuati, verranno emessi su questa pagina specifici bollettini che descriveranno la situazione fitosanitaria e la eventuale necessità di effettuare interventi specifici per il controllo dei cleistoteci con il prodotto fitosanitario PREV-AM PLUS.